Posizione geografica baricentrica e opportunità di utilizzo estremamente favorevoli rispetto alle altre realtà portuali nazionali sono le carte vincenti che rendono il porto industriale di Oristano lo scalo ideale in cui investire.
Lo scalo marittimo oristanese, grazie all’importanza delle sue dimensioni e del suo ruolo è un “porto di rilevanza nazionale” (classificazione disposta con l’art. 36, comma 5, della Legge n. 166 del 01/08/2002 che lo ha incluso nella Categoria II, Classe II). L’infrastruttura si trova nel corpo centrale dell’agglomerato industriale di Oristano, capoluogo di provincia situato nel cuore della costa occidentale della Sardegna, nell’omonimo golfo.
L’ubicazione del porto industriale è particolarmente favorevole sulla rotta Suez-Gibilterra, strategica nella moderna organizzazione dei traffici internazionali. L’approdo risulta protetto grazie alla posizione all’interno del golfo, e il canale navigabile con i suoi fondali di -11 metri consente l’attracco di navi di grossa stazza.
La contiguità all’agglomerato industriale poi permette allo scalo portuale oristanese di svolgere una duplice funzione che lo rende piuttosto elastico in termini di operatività e opportunità di utilizzo: da un lato svolge le funzioni di un moderno scalo commerciale dotato di un elevato livello di servizi e di aree per la movimentazione delle merci; dall’altro svolge le funzioni di porto industriale per le imprese che si localizzano lungo il canale navigabile con la possibilità di effettuare le operazioni di imbarco e sbarco in regime di autonomia funzionale. Una caratteristica unica, quest’ultima, che non offrono gli altri porti nazionali e che dà l’opportunità alle aziende di acquistare le aree prospicenti il canale navigabile rendendo possibile la costruzione di fabbricati su terreni di proprietà privata in cui realizzare terminali di attracco ad utilizzo esclusivo.
Ma il porto di Oristano è particolarmente appetibile anche per la possibilità di operare come deposito doganale privato con regime fiscale agevolato, simile a quello delle zone franche doganali.
In attività dal 1975, lo scalo è immerso tra il mare e lo stagno di Santa Giusta ed è operativo 365 giorni all’anno. È fornito di oltre 20 ettari di piazzali attrezzati e di 1.600 metri circa di banchine. I principali movimenti che interessano il porto, oltre le materie prime e i prodotti derivanti dall’attività produttiva delle aziende consortili (liquidi chimici, bentonite, cereali, prodotti alimentari, legname, cemento, etc.), in particolare di quelle prospicenti il canale navigabile, riguarda anche merci come il carbone, le fibre acriliche, i poliesteri minerali e i concimi, a conferma che il porto oristanese non ha solo la funzione di scalo industriale.
Le merci alla rinfusa: da oltre 20 anni il punto di forza per lo sviluppo dello scalo
Il porto di Oristano si caratterizza per la movimentazione di merci alla rinfusa di determinate tipologie: minerali, prodotti organici e chimici, idrocarburi, semilavorati dell’industria siderurgica e macchinari. La possibilità di movimentare queste merci, per quanto considerate “povere”, di bassa redditività, su ampi spazi di banchina, senza interferenze con il traffico passeggeri e a costi concorrenziali, ha costituito il punto di forza dello sviluppo dello scalo negli ultimi due decenni. I traffici dei minerali alla rinfusa infatti si sono consolidati al punto tale da contraddistinguere lo scalo marittimo oristanese costituendo, storicamente, il filone di attività su cui si è sviluppato il mercato locale delle operazioni portuali, tanto da consentire la crescita degli operatori del posto sino all’acquisizione della capacità tecnica e operativa di movimentare anche altre tipologie merceologiche (ad esempio container sbarcati da piccole navi feeder che scalano periodicamente in porto).
Le rotte del traffico
Le direttrici di traffico lungo le quali vengono movimentate le merci alla rinfusa interessano in prevalenza i porti esteri e, in particolare le rotte con quelli di Spagna, Francia, Portogallo e di alcuni Paesi del Nord-Africa, ma anche porti al di là dell’Atlantico per l’importazione del carbone (Stati Uniti ed altri). Il traffico di questo minerale presenta un interessante aspetto tecnico-commerciale che riconosce al porto oristanese un ruolo peculiare anche in relazione ad altri scali regionali. Il carbone viene trasportato in unità mercantili di grosso tonnellaggio (40-60mila tonnellate) ed è utilizzato nelle cementerie del Gruppo Buzzi Unicem e del Gruppo Italcementi, oltre che nelle centrali termoelettriche dell’Enel.
I DATI. Dopo la contrazione del 3,01% registrata nel 2013 il volume del traffico merci nel porto industriale è di nuovo in crescita. Il 2014 si è infatti concluso con oltre il 6% in più di movimentazioni (1milione 264mila tonnellate circa di prodotti) rispetto all'anno precedente; un dato che ha interrotto la tendenza negativa degli ultimi due anni contraddistinti da flussi transitori in discesa (1.191.441 tonnellate nel 2013 e 1.228.463 nel 2012). È stato nei primi sei mesi dell'anno che si è potuto apprezzare un iniziale incremento dei traffici nello scalo portuale oristanese in confronto allo stesso periodo dell'anno prima: da gennaio a giugno, le merci in ingresso (356.317 tonnellate) e in uscita (268.068 tonnellate) ammontavano complessivamente a oltre 624mila tonnellate (contro le 562.282 del 2013). Dati incoraggianti, confermati, poi, anche nel semestre successivo.
L’analisi dei movimenti. Nel 2014, come nel 2013, le importazioni hanno superato le esportazioni: le merci sbarcate, infatti, a fine anno sono risultate pari a 830.505 tonnellate, mentre quelle imbarcate hanno raggiunto le 433.721 tonnellate. Gli aumenti più significativi hanno riguardato l'import di carbone (73.732 tonnellate sbarcate contro le circa 21mila del 2013), cereali (quasi 64mila tennellate in più rispetto all'anno prima) e fertilizzanti (tonnellaggio più che triplicato in confronto al 2013). Si sono registrati incrementi anche di farine, gasolio e legumi. Per quanto riguarda le esportazioni, segno più per la bentonite di cui sono state imbarcate maggiori quantità (149.729 tonnellate) rispetto al 2013 (132.918 tonnellate).
L'esame dei transiti. Dai report forniti dalla Capitaneria di Porto di Oristano ed elaborati dagli uffici del Cipor, emerge come da gennaio a dicembre nel porto industriale abbiano transitato 279 navi, 30 italiane e 249 battenti bandiera estera. La maggior parte di queste imbarcazioni sono giunte dalla Francia (88) e dalla Spagna (67).
Le caratteristiche dello scalo
DESCRIZIONE |
DATI TECNICI |
Moli esterni di sopraflutto |
sviluppo: 1.610 m |
Moli esterni di sottoflutto |
sviluppo: 700 m |
Canale esterno di accesso al porto |
profondità: - 13.50 m |
Avamporto |
profondità: - 12.00 m |
Canale navigabile di penetrazione Ovest-Est |
sviluppo complessivo: 1.580 m profondità: -12.00 m ¸ - 9.50 m larghezza utile alla base: 160 m |
Canale navigabile Sud |
Sviluppo complessivo 480 m Profondità – 11 m Larghezza utile alla base 160 m |
Bacino di evoluzione |
Diametro: 450 m Profondità: -11.00 m |
Banchine nel molo di sottoflutto |
sviluppo: 306 m |
Banchine nel piazzale portuale destinato al traffico comune |
sviluppo complessivo: 920 m |
Banchine piazzale a servizio esclusivo di insediamenti produttivi |
sviluppo complessivo: 1300 m |
Area attrezzata piazzale portuale |
Superficie: 20 ha |
Area attrezzata deposito containers |
Superficie: 4.4 ha |
Area attrezzata deposito containers frigorifero |
Superficie: 0.6 ha |
Scivoli per attracco traghetti; |
N°: 2 |
Rete di distribuzione idrico-potabile; |
Sviluppo: 2680 m N° idranti approvv. navi: 24 |
Rete antincendio |
Sviluppo: 3750 m N° idranti: a colonna: 19 N° idranti sottosuolo: 31 |
Rete di raccolta delle acque nere provenienti dagli edifici |
Sviluppo:520 m |
Rete di raccolta delle acque meteoriche e drenaggi |
Sviluppo: 4100 m
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